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NEI TRE MESI INVERNALI CHIUDE ANCHE IL VERDURA RESORT

La stagione turistica è alle spalle, oramai. Le strutture ricettive importanti di Sciacca, quelle che assicurano il 97% delle presenze turistiche, si apprestano alla chiusura invernale. È il segno evidente che la destagionalizzazione del flusso turistico in Sicilia non funziona, anzi non è mai decollata. La Sicilia conferma, senza possibilità di un cambio di rotta, la sua destinazione come opportunità prettamente dipendente dal mare. Eppure, è una terra baciata dal clima mite anche nei mesi invernali, da un ricchissimo patrimonio monumentale, storico e culturale. È anche la terra delle eccellenze enogastronomiche. Poteva contare, ma non la ha fatto per colpa di una Regione incapace di mettere in atto politiche di sviluppo adeguate, anche sul turismo golfistico, considerata la presenza di diversi campi da golf che da Palermo arrivano nel catanese e nel ragusano (altri in fase di realizzazione) e attirare migliaia di golfisti dal nord Europa, dove in quelle zone è quasi impossibile praticare tale sport nei lunghi mesi invernali.

Una destagionalizzazione tante volte annunciata dalla classe politica, ma nella realtà sempre disattesa. Incombe “’isolazionismo” della nostra Sicilia che si stacca sempre di più dal resto dell’Europa e dal Mondo. Le motivazioni sono sempre costanti: la Sicilia è sempre più isolata. Le compagnie aeree nel periodo autunnale-invernale tagliano i voli, le possibilità di collegamento aereo. La situazione si aggrava ancora di più, specialmente per la nostra zona, la Sicilia occidentale, con la decisione della Ryanair di penalizzare pesantemente l’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani.

Tutto questo porta ad un abbattimento fortissimo delle presenze turistiche con la conseguenza che le strutture alberghiere di notevole ampiezza sono state costrette ad assumere politiche economiche orientate sull’abbattimento dei costi.

A Sciacca, da sempre, gli alberghi dell’Aeroviaggi (Sciaccamare) chiudono nel periodo invernale. Il Verdura Resort, se negli anni precedenti ha prolungato l’apertura anche nei mesi invernali con qualche breve pausa, quest’anno ha deciso di chiudere dall’1 dicembre a fine febbraio. Chiusura invernale anche per due strutture a cinque stelle di Taormina.

Il Verdura Resort ha deciso di svolgere l’attività da marzo a novembre di ogni anno. Vi lavorano oltre 300 unità, comprensive di stagionali. Qualche giorno fa, il Verdura Resort ha stipulato un accordo con i sindacati, Federalberghi, l’Ente Bilaterale Reg. le Turismo Siciliano ed il Dipartimento regionale del lavoro e dell’Impresa una procedura di licenziamento collettivo.  Su 152 dipendenti con contratto a tempo indeterminato, 77, identificati nei reparti operativi in esubero, avranno l’opportunità di poter trasformare il loro rapporto dal full time a part-time “verticale”, strumento che consente di essere assunti da marzo a novembre di ogni anno. Lavoreranno nove mesi, in buona sostanza. È un rimedio per evitare conseguenze sociali ben più pesanti.

Per 77 lavoratori, dunque, si perde la certezza del tempo pieno, ma la realtà è dura per un territorio che dal turismo potrebbe ricevere tanto benessere, ma che nella realtà risente pesantemente di una inesistente politica di destagionalizzazione del flusso truistico.

“Abbiamo tentato di tutto e di più- dichiara al nostro giornale il presidente della società proprietaria del Verdura Resort, Gaetano Visocchi- ma il quadro complessivo non è cambiato. Abbiamo avuto incontri con i vertici delle società che gestiscono gli aeroporti di Palermo e Trapani, abbiamo illustrato alla Regione le carenze infrastrutturali ma anche programmatiche che, di fatto, non consentono la destagionalizzazione del turismo in questa splendida Isola. Ma tutto rimane immutato e i nostri suggerimenti, apprezzati, rimangono costantemente tali, senza essere tradotti in fatti concreti”.

Questa è la realtà di una Sicilia, isola sempre più isolata (con le scuse del bisticcio delle parole). Isola che potrebbe vivere davvero in maniera predominante di turismo, ma che invece rimane vittima di un inaccettabile immobilismo. Una realtà che stride con gli slogan che in questo periodo di campagna elettorale risuonano in favore di un “rilancio economico e sociale della Sicilia”. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Quel mare che fa della Sicilia la reggia dell’isolazionismo, o la culla della solitudine.

Filippo Cardinale

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