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DA BILBAO A CEFALU’, I MODELLI DI CARACAPPA PER LO SVILUPPO DI SCIACCA

Con voce ripiena di emozione, strano per un uomo abituato alle platee, il neo assessore Sino Caracappa è intervenuto per tracciare, a grandi spanne, la sua idea di sviluppo turistico della città. In verità, è apparsa come una lezione didattica in materia di turismo, rimarcando che alla base di tutto deve esserci la programmazione. “In questa città non c’è mai stata una programmazione”, ha detto, bocciando tutte in un sol colpo tutte le amministrazioni, anche quella attuale visto che governa da due anni e che di programmazione ha prodotto alcunché.

Come è consueto, l’assessore novello ha tirato gli orecchi alla stampa, riferendosi al suo “Metodo Bilbao”. “Io ho detto di aver studiato il metodo Bilbao, non ho detto che volevo applicarlo, la stampa ha travisato”. Peccato, però, che uno studia senza mettere a frutto il tempo trascorso sulla ricerca!

Lasciata Bilbao, Caracappa muta itinerario. “Noi abbiamo voluto imitare Taormina ma è sbagliato. Il nostro metodo è quello di Cefalù”. Dalla Spagna al nord della Sicilia il passo è stato breve. Ma passando anche da San Vito Lo Capo evidenziando come lì spendono 430.000 euro per organizzare gli eventi estivi.

Grande scoperta, quella di ieri sera. Peccato che mai le amministrazioni hanno pensato di “copiare” realtà vicine alla nostra, forse snobbandole, forse mettendo al centro del mondo Sciacca. Forse, non avendo idea di cosa sia fare turismo.

Buona parte dei suoi 30 minuti di intervento Carcappa li ha impiegati snocciolando un percorso a ritroso delle sue attività, dei suoi successi. Come una squadra blasonata che espone i suoi trofei.

“Discuteremo di prospettive di sviluppo, di team di lavoro”, e punta sugli Stati generali del turismo come “occasione dalla quale possa uscire un grande momento di sviluppo”.

Caracappa ha evidenziato che a Sciacca “non c’è mai stata una governance del turismo e che questo rappresenta un grande handicap, perché non è cresciuto nessuno. Non sono cresciuti gli operatori, sia chi si occupa di ospitalità, di gastronomia, non sono cresciuti nella maniera in cui una città turistica impone.Non si sono mai organizzati in organizzazioni di categoria che altrove sono il motore dello sviluppo del turismo”.

E’ qui che assume la dimensione del docente: “Abbiamo sbagliato pensando di imitare Taormina. E’ Cefalù il modello da emulare e imitare”. Qui il volo da Bilbao a Cafalù è davvero breve.

“Sistemica, integrata e partecipata”, questo il triplete magico che Caracappa avrà come stella polare per rendere competitiva Sciacca con Cefalù.

Verso la conclusione, Caracappa alza la tonalità della nota rimproverando che “la città non ha bisogno delle beghe politiche”, lui non ci sta “ed è pronto ad andare via ritornando al lavoro che amo”.

Ha promesso la riapertura del teatro del Popolo, e ha attaccato duramente “l’indecoroso spettacolo di un suk impiantato in una città che non nè ha né la tradizione né la storia. Nel periodo di Ferragosto la città era diventata un suk, una visione brutta e inadeguata di quello che è il salotto della nostra città”.

La conclusione del suo intervento prende in prestito una frase del poeta e drammaturgo tedesco  Bertolt Brecht : “Nel teatro quando non c’è un copione si va per improvvisazione”.  Sciacca non ha mi avuto un copione. Attendiamo quello del novello assessore.

Filippo Cardinale

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