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CRISI POLITICA, IL RITORNO DI CARMELO BRUNETTO

La crisi politica che ha investito la maggioranza e ha indotto il sindaco all’azzeramento della Giunta ha raggiunto due obiettivi “strategici”, quasi militari: far fuori Filippo Bellanca e Paolo Mandracchia. Il sindaco ha preteso dagli alleati “volti nuovi”. Da Sciacca Democratica – che pare lo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde in quanto di giorno è lista civica e di sera diventa Pd- arriva il nome dell’ex sindaco della Giunta Vito Bono, Carmelo Brunetto, che sembra destinato anche ad avere deleghe “pesanti”. Un’altra poltrona assessoriale andrebbe allo stesso gruppo, però “in condivisione” con il sindaco. Un nome, cioè, accettato comunemente dall’ex senatore e dal sindaco.

Si consuma, così, lo scisma definitivo tra Filippo Bellanca e Nuccio Cusumano. Bellanca è rimasto vittima di un patto non rispettato. Lo hanno costretto a dimettersi da consigliere comunale con la garanzia di rimanere assessore. Qualcuno ha detto che in guerra non si lasciano feriti, quindi si è agito di conseguenza colpendo a morte politica Filippo Bellanca. Ma sono sicuri?

Altra vittima eccellente è l’ex assessore Paolo Mandracchia. Non essendo “volto nuovo”, il sindaco ha detto no alla proposta di Uniti di Sciacca che lo voleva riconfermare. Ovviamente, ormai si è prodotta una reazione a catena. Chi tra i due, in Uniti per Sciacca, sarà assessore? Leonte o Deliberto? Anche qui è probabile che si apra presto un fronte di guerra, anche perché Mandracchia, a contrario di Bellanca, rimane consigliere comunale.

La crisi politica che sta colpendo la maggioranza non scorrerà come l’acqua. Avrà conseguenze tali da poter immaginare che una guerra pensata breve durerà, invece, più del previsto con riverberi simili a tempeste di sabbia.

Filippo Cardinale

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