Site icon Corriere di Sciacca

CRISI POLITICA: COME PRIMA, PIU’ DI PRIMA… E NULLA E’ CAMBIATO

Il “cambiamento” si è verificato. Non nel senso reclamizzato e promesso nel corso della campagna elettorale dalla candidata, che al ballottaggio ha conquistato la poltrona più importante del Comune, ma nel modo più statico che la politica con la p minuscola possa rappresentare: fibrillazione in maggioranza, verifica, cambiamento degli assessori. Un film già visto e rivisto.

Ecco, la prima donna sindaco della storia di Sciacca sta dimostrando che le parole promozionali per calamitare il consenso non bastano a rimuovere, in questa città, un sistema politico radicato che antepone al bene della città “beghe e alchimie politiche”. Virgolettato è il pensiero contenuto nella lunga e articolata lettera di dimissioni presentata dall’architetto e ingegnere Giuseppe Neri. Egli rappresenta la “delusione di un modo di fare politica che non condivido e che mi preoccupa, dal momento che l’azione amministrativa passa in secondo piano rispetto alle beghe ed alle alchimie contorte di chi ha sostenuto e sosterrà la tua Giunta (riferita al sindaco).

Ma cosa ha scoperto l’ex assessore Neri? Semplicemente che il “cambiamento” è un concetto astratto. Tale è rimasta la promessa sbandierata da ogni palco in occasione di comizi. Un “cambiamento” svanito tra “le beghe e alchimie politiche”, e che a distanza di 14 mesi ribalta sulla parte dei vincitori quel brutto slogan coniato dalla candidata a sindaco #maipiùcinqueannicosì. Verrebbe sin troppo facile all’ex maggioranza replicare con un #maipiùquattordicimesicosì.

Il rifiuto degli assessori Bellanca e Mandracchia di rassegnare le dimissioni ha una precisa motivazione. Significa che il sindaco imputa ufficialmente agli assessori la colpa aver fatto in modo diametralmente diverso a ciò che lei ha affermato in diverse occasioni: stiamo svolgendo un buon lavoro. E allora il non buon lavoro va spiegato alla città, in maniera chiara, motivandolo e spiegando le criticità, le inadempienze.

La crisi politica a distanza di un anno (la verifica è aperta ufficialmente da due mesi e rappresenta una unicità nella storia politica saccense) è la testimonianza di scelte sbagliate. Scelte che non possono avere una tracciabilità unica, ma va divisa con il sindaco e con i maggiori referenti politici della colazione.

Una crisi che non può essere nascosta dietro un dito. Essa assume i contorni dell’eclatante. L’unica dimissione “gioiosa” è quella di Gioacchino Settecasi. Essa rientra “nelle logiche della politica”, ha scritto nella sua lettera protocollata.

Giuseppe Neri e Annalisa Alongi sono andati, invece, oltre quelle “logiche” desuete e deleterie. Hanno svelato che il cambiamento è rimasto prigioniero degli interessi della politica, sempre quella con la p minuscola. C’era attesa per un altro primato storico nella politica saccense: la prima donna sindaco. L’attesa era diversa rispetto alla realtà. Mai un dissenso così importante si era manifestato nell’opinione pubblica nei confronti della massima carica del Palazzo di Città dopo appena un anno.

L’unico cambiamento attuato del “new deal” e’ quell’ old style: il sindaco ha cambiato la Giunta, quella da lei scelta e nominata appena 14 mesi fa.

Filippo Cardinale

Exit mobile version