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CONSIGLIO COMUNALE: LA RECITA DELLE PARTI

Ieri sera la seduta del Consiglio comunale verteva, sul primo punto, sul dibattito politico. Il sindaco doveva presentare e riferire sulla nuova Giunta. Si attendeva tale seduta perché sede appropriata nella quale le parti contrapposte, maggioranza e opposizione, esprimevano le loro posizioni. E la recita politica non ha deluso: da un lato, le opposizioni (compatte come non mai) hanno ribadito il fallimento del progetto politico del sindaco Francesca Valenti; dall’altro, la maggioranza che ribadiva che il progetto è vivo ed è pronto al rilancio con una nuova spinta frutto dell’azzeramento della precedente giunta.

In mezzo, però, ci sta una considerazione. La crisi politica estiva e l’azzeramento, hanno portato uno sconquasso alla maggioranza. Tanto è vero che non può contare più sul numero iniziale di 14 consiglieri comunali contro i 10 delle opposizioni. La certezza del dopo azzeramento è che le opposizioni, adesso, contano 11 consiglieri comunali con il passaggio di Carmela Santangelo. Nella maggioranza si è ridotto il numero di consiglieri del gruppo di Sciacca Democratica, sceso a 3 anziché 4 con la fuoriuscita di Valeria Gulotta resasi indipendente. Ma ci sono le posizioni di critiche di Cinzia Deliberto e Paolo Mandracchia che hanno dichiarato palesemente che sosterranno i progetti che riterranno utili per la città. Insomma, niente più accettazioni di ordini di scuderia. Ieri sera la Deliberto era assente, mentre Mandracchia è andato via dall’aula dopo il suo duro intervento.

Oltre sei ore di dibattito politico sono trascorse con le parti politiche che hanno espresso le loro posizioni, con l’evidente “scivolone” di qualche intervento tra le fila della maggioranza. Scivolone che, di fatto, non ha reso omogenea la linea difensiva. Ma il “nuovo corso” impone alla maggioranza di sorridere ad una situazione politica al suo interno che non è facile.

Il sindaco ha aperto il dibattito ribadendo che “non è cambiato il programma presentato agli elettori” e confermando che “per raggiungere gli obiettivi era necessario una terapia d’urto”. Ha attaccato l’opposizione che “mira soltanto a distruggere”. Francesca Valenti ha detto che per la terapia d’urto applicata “siamo stati tutti d’accordo, convinti, dagli assessori ai consiglieri comunali”. L’azzeramento è frutto “della mia riflessione, della mia scelta per la quale mi assumo tutta la responsabilità”. Poi ha chiosato che non è “un capro espiatorio” e che il suo ruolo di sindaco “Non può essere messo in discussione”. Rivolgendosi all’opposizione, ha accusato questa parte politica di usare un metodo “pari alla logica maschilista”, avvertendo che lei “non si dimetterà mai”.

Poi sono iniziati gli interventi. Calogero Filippo Bono ha accusato il sindaco di “aver applicato il manuale Cencelli”, di “essersi presentata all’elettorato con una squadra assessoriale che poi ha cambiato, tradendo gli stessi elettori”. Bono ha ricordato che “in 14 mesi temi importanti della città non sono stati affrontati”. Teresa Bilello ha rimarcato come a “smentire il sindaco siano stati i suoi stessi ex assessori”. E ancora: “Lei,invece di rivolgersi alla città e spiegare le vere ragioni dell’azzeramento e gli obiettivi da raggiungere, ha solo attaccato le opposizioni. Il suo obiettivo è di sopravvivere per i rimanenti tre anni e mezzo”. Bilello ha anche ricordato come il M5S “ha presentato diverse proposte per la soluzione di problemi della città, tutte lasciate dentro i cassetti, ignorate”. Pasquale Bentivegna ha chiosato il sindaco “di usare le regole della politica a proprio piacimento”. Per Giuseppe Milioti, il sindaco “mistifica la realtà”, ricordando che “ha ricevuto attacchi dalla sua maggioranza e non dall’opposizione”. Salvatore Monte ha definiti Francesca Valenti “un sindaco miracolato”. “E’ stata lei ha svolgere una campagna elettorale al vetriolo. Lei adesso è sfiduciata dal malcontento che emerge dalla gente”. E ancora: “Lei non riconosce i suoi limiti e deve avere rispetto per quei cittadini che non la ritengono più sindaco”. Gaetano Cognata ha sottolineato che il sindaco “non ha spiegato nulla sulla crisi politica”, ribadendo che “lei politicamente vale zero”.

Silvio Caracappa ha invitato il sindaco “a fare un giro insieme per la città, da San Michele alla marina, da est a ovest, per comprendere quanto sia in ginocchio la città”. Poi ha concluso invitando il sindaco “a chiedere scusa alla città”. Vincenzo Bonomo, rivolgendosi agli ex assessori ha detto “che non si sono risparmiati per la città”, ma ha detto loro di chiedersi “cosa sia successo”. Ha ricordato che “dell’azzeramento se ne parlava già all’inizio dell’estate perché era necessario sindaco e maggioranza vivevano uno scollamento con gli assessori”. Ezio Di Prima, nel ricordare che “da sempre in aula se ne sono dette di cotte e di crude”, ha rimarcato che “la città chiede di essere amministrata e non si può dire che il sindaco abbia fatto il nulla”. Alberto Sabella “ha toccato con mano lo spirito di entusiasmo iniziale” e chiede di “dare tempo al sindaco per lavorare”. Giancarlo Guardino ha attaccato gli ex assessori chiosandoli di “aver sfiduciato l’azione del sindaco”. Poi ha aggiunto: “C’erano difficoltà oggettive nella maggioranza e ci siamo rimessi alle decisioni del sindaco”.

Fabio Termine ha accusato il sindaco “di apparire come vittima cercando di accusare l’opposizione di essere demolitrice”. Ha invitato il sindaco a chiarire cosa ha scritto sulla determina di revoca e cioè “per opportunità politiche”. Ha detto anche al sindaco che “la sua stagione politica è finita perché non ha saputo guidare la coalizione, non ha saputo darle un indirizzo politico. Nessuno ha capito cosa sia successo in questi 14 mesi della sua amministrazione”. Per Simone Di Paola “la nuova giunta ha un altro respiro che riuscirà a raggiungere gli obiettivi che non erano stati raggiunti”. Di Paola ha spiegato che la Valenti ha vinto perché “la gente ha premiato il progetto politico di cambiamento”.

Filippo Cardinale

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