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CON “MIZZICA” NASCE IL QUARTO POLO. PROPRIO CANDIDATO E PROGRAMMA A LARGO RESPIRO

Nessuna “accozzaglia” nè l’ansia di “unire a freddo tutta la silenziosa opposizione”

Mizzica scende in campo ufficialmente e lancia il suo progetto civico “identitario”, sostenuto da più liste, che ha “l’ambizione di governare la città con un programma chiaro e sostenibile”.

Un proprio candidato a sindaco, collaborato da assessori prettamente competenti per le materie per le quali avranno la delega. Volti nuovi, ma non solo. Mizzica, infatti, scende in campo con tre profili: gli attivisti che si impegnano da anni nei vari settori e che devono dare il loro contributo anche in politica, chi ha fatto parte di esperienze virtuose in passato mantenendo una indiscussa integrità morale e che oggi si ritrova distante dai contenitori tradizionali, con le migliori esperienze di politica attiva che esistono oggi a Sciacca.

Mizzica si distacca dalle sigle dei partiti, ma ospita chi ha dimostrato capacità e integrità in esperienze precedenti a condizione che esca dalperimetro delle sigle dei partiti. 

Il movimento Mizzica non intende “unire a freddo tutta la silenziosa opposizione consiliare a Fabrizio Di Paola”, pur di raggiungere al fatidico 40% per vincere a primo turno. Non vuole aggregare di tutto e di più, ma creare “una coalizione che abbia una visione comune di cosa deve essere Sciacca tra 20 anni, con l’ambizione di governare senza compromessi al ribasso”.

Nessuna polemica ma pragmatismo e interesse per la città. Questa la piattaforma su cui edificare il progetto politico e di guida. “Questa scelta coraggiosa di rompere con gli schemi tradizionali non nasce per far perdere qualcuno, ma per far vincere un progetto definito”, per questo Mizzica si presenta con le idee chiare non soltanto sulla figura del sindaco ma sull’intera squadra assessoriale, che deve necessariamente esulare da logiche correntizie ma puntare sulle persone giuste al posto giusto”.

Niente polemiche perchè la città vive emergenze gravi e non può essere distratta “dal destino politico personale di qualcuno”.  “Come è, del resto, discutibile l’assordante silenzio di segretari di partito o di movimenti ancora in trincea. È invece il momento di scelte coraggiose su un progetto di governo chiaro che non si basi sui destini di qualcuno, ma sul bene della collettività: Sciacca deve tornare ad essere una città di tutti e non di pochi”. 

(Nella foto, da sinistra, Salvatore Palumbo e Fabio Termine)

Redazione Corriere

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