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Comitato sanità: “Senza direttore sanitario al Giovanni Paolo II la situazione rischia di deflagrare”

SCIACCA. Il Comitato civico per la sanità di Sciacca oggi interviene sullo stato attuale del Giovanni Paolo II e in modo specifico sul fatto che la struttura “è priva della figura del Direttore sanitario, in seguito alla decisione del Commissario in carica di procedere ad una rotazione di gran parte dei dirigenti delle principali strutture operative dell’ASP”.

“L’assenza del Direttore sanitario- scrivono Ignazio Cucchiara e Franco Giordano, rispettivamente portavoce e coordinatore del Comitato- sembra essere conseguenza del fatto che il medico designato, poco dopo la nomina, ha chiesto di potere smaltire le cospicue ferie arretrate che assommano a più di un semestre. E’ facile capire che l’assenza della figura che normalmente è il punto di snodo dell’organizzazione concreta, nonché il garante del buon funzionamento di tutte le attività assistenziali del distretto ospedaliero, nel vivo dei problemi connessi, alla gestione dì un evento epocale come la pandemia, può diventare semplicemente destabilizzante”.

Per il Comitato, “il fatto che le funzioni vicarie del Direttore sanitario del presidio siano di fatto svolte da un dirigente dei servizi infermieristici fa capire che la situazione rischia di deflagrare in qualsiasi momento”.

“Le decisioni che già nella normalità un direttore sanitario deve adottare diventano ancor più delicate in una situazione di criticità connesse all’emergenza: spostamenti di personale tra reparti e tra presidi ospedalieri, autorizzazioni di straordinario, trasferimenti di malati, approvvigionamenti di risorse, etc. richiedono la costante presenza di una figura dotata della competenza e dell’autorevolezza connesse al ruolo”, aggiunge il Comitato preoccupato per “la mancanza di personale, l’organizzazione della vaccinazione Covid”.

E non solo. Per il Comitato, a preoccupare è anche “l’assenza di gran parte dei dirigenti di UOC, affidate a dirigenti facenti funzioni, i rischi connessi al sovrapporsi delle patologie stagionali ai ricoveri di malati affetti da SARS-CoV-2 rischiano di creare situazioni potenzialmente esplosive”.

Un contesto  nel quale vi sono “disfunzioni già da tempo note nei due ospedali del distretto di Sciacca, a partire dalla chiusura di fatto dell’U.O.C. di Medicina e all’utilizzo del personale di quel reparto per l’assistenza dei ricoverati nell’area Cvid”.

Il Comitato evidenzia anche la criticità nel reparto di Oncologia, “dove, in seguito al trasferimento di un medico nel nord, sono rimasti in servizio due soli medici”.

E’ necessario, per il Comitato, “procedere ad una revisione delle criticità attuali e pregresse, dei criteri di distribuzione delle risorse umane e non, nonché della fruibilità dei servizi di cui dispone l’assistenza ospedaliera nel distretto e dello stato dell’arte per quanto riguarda l’organizzazione delle misure connesse alla gestione complessiva dell’epidemia da Covid”.

 

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