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Cittadinanzattiva, il bilancio di un anno di attività

si è concretizzato anche SCIACCA. Tempo di bilanci anche per Cittadinanzattiva, associazione che è intervenuta in diversi settori che riguardano la città. La relazione inizia evidenziando l’impegno per le terme che “continuano a essere nel più completo abbandono. Si era preparato una grande manifestazione di piazza che doveva partire dopo il carnevale purtroppo fermata dall’emergenza Covid”.

Cittadinanzattiva è stata impegnata anche per la difesa del verde pubblico.  “La rivalutazione della villa comunale ci ha visto impegnati per anni e, da un degrado importante in cui versava, siamo riusciti ad ottenere qualche miglioramento, abbiamo più volte messo in atto azioni plateali come la pulizia dei luoghi, della vasca dei cigni, attività culturali e artistiche organizzate all’interno della nostra villa comunale, qualcosa è migliorato, però ancora c’è moltissimo da fare”.

L’impegno di Cittadinanzattiva si è concretizzato anche contro la realizzazione della centrale biomassa My Ethanol. “Una centrale le cui reali finalità non erano molto chiare e che, realizzata in un territorio a vocazione agricola e turistica e vicinissima a un’ospedale, poneva troppi interrogativi di carattere ambientale accompagnati da oscuri passaggi burocratici. Sembrava che anche il comune di Sciacca si fosse schierato contro tale progetto assieme a tutta la società civile, ma purtroppo la mala burocrazia ha avuto il sopravvento sull’interesse dei cittadini e, inspiegabili ritardi di azioni che si proponevano di fare chiarezza per dipanare i tanti dubbi, hanno compromesso la nostra speranza di avere trasparenza e chiarezza sull’eventuale rischio che avrebbe corso la collettività”.

Non poteva mancare l’impegno nel campo della sanità. “Purtroppo con lo scoppio della pandemia, le istituzioni regionali, nonostante le proteste venute da diverse parti non sono servite a scongiurare questa commistione tra centro Covid 19 e normale attività sanitaria del nostro ospedale che, ricordiamo, è inserito nella rete ospedaliera come centro di emergenza urgenza di primo livello deputato  a essere centro stoke e successivamente diventare anche stroke. Si è voluto realizzare questa commistione con impegno di risorse economiche che potevano essere impiegate a Ribera. Tutto ciò ha causato, com’era nei fatti, un ridimensionamento notevole dei servizi erogati dal nostro ospedale al vasto territorio cui appartiene con un disagio enorme per i cittadini che ne usufruivano per le normali patologie”. Per quanto riguarda l’ospedale Giovanni Paolo II, Cittadinanzattiva evidenzia “l’atavica carenza di personale sanitario”.

Lo scorso 24 febbraio “a seguito dello scoppio della pandemia, abbiamo chiuso il servizio per cautelare il nostro personale volontario del Punto di Ascolto operante all’interno  del presidio ospedaliero di Sciacca Giovanni Paolo II facente parte dell’ASP di Agrigento che era stato trasformato in centro COVID 19. Con l’attuale azienda provinciale di Agrigento, abbiamo continuato a lavorare senza alcun problema inviando, le segnalazioni che ricevevamo, all’urp aziendale di Agrigento, perché l’Urp del presidio era stato di fatto eliminato”.

Altro tema affrontato è il Centro Alzheimer. “Il Centro, all’inizio dell’anno ha subito uno stop per la mancanza della figura dello psicologo, necessario per le diagnosi, proprio per questo abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di parenti dei malati che hanno avuto disagi per l’impossibilità di ricevere i certificati per l’erogazione delle cure e delle terapie, Si è protestato vivamente presso la direzione e il dipartimento salute mentale, ma soltanto da poco tempo si è riusciti a soddisfare le richieste dei malati. Però, purtroppo non si è potuto evitare, come già detto precedentemente, l’interruzione del servizio del centro diurno che dava sollievo alle famiglie e riabilitazione ai degenti. Infatti, a causa del trasferimento del centro in locali non idonei al servizio, si è interrotto in parte questa importante e utile attività, abbiamo ricevuto oltre settanta segnalazioni di parenti dei degenti che richiedevano l’attivazione del centro, però nonostante diverse note di protesta alla direzione generale attualmente il centro risulta operante in forma molto ridotta. Attualmente infatti il centro è parzialmente attivo per la riabilitazione, anche se continua il servizio di diagnosi e cura però in luoghi non idonei al servizio reso”.

 

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