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CHIESTA CONFERMA DELL’ERGASTOLO PER GIANNI MELLUSO

Per Gianni Melluso, il 61enne di Sciacca, è stato richiesta la conferma dell’ergastolo. E’ questa la richiesta avanzata dal sostituto procuratore generale di Palermo (il processo si celebra presso la Corte di Assise del capoluogo siciliani), Domenico Gozzo, che consiste nella riconferma della sentenza dl processo di primo grado conclusosi con la massima pena dell’ergastolo. Melluso è accusato di essere stato il mandante dell’omicidio della giovane Sabine Maccarrone, il cui cadavere, nascosto da tegole e massi, venne rinvenuto il 16 aprile 2007 dentro un pozzo artesiano accanto all’abitazione di campagna della madre di Giuseppe D’Assaro, situata a Mazara del Vallo in contrada San Nicola. D’Assaro è l’accusatore di Gianni Melluso. Secondo le testimonianze di D’Assaro, il movente dell’omicidio sarebbe stata la gelosia. Sabine Maccarrone avrebbe intessuto una relazione con un altro uomo.

Melluso si ha sempre dichiarato di non essere il mandante dell’omicidio della ragazza, sostenendo anche l’inattendibilità di Giuseppe D’Assaro. Quest’ultimo per la Procura Generale sarebbe, invece, credibile.  Il prossimo 20 febbraio sarà la volta della discussione da parte dei difensori di Melluso, gli avvocati Carmelo Carrara e Antonino Caleca.

Gianni Melluso ha scontato una pena di quattro anni (uscito dal carcere nel luglio 2016) per sfruttamento della prostituzione. Indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Sciacca e nella quale sono stati coinvolti altre persone del territorio.

 

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