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“CERCATE PIETRE MENTRE SIETE SEDUTI SU UN DIAMANTE”. AMARO SFOGO DI CHI HA VISTO TRASFORMARE UN SOGNO IN UN INCUBO

VIA CARBONE

Un nostro lettore ha inviato alla nostra redazione una lettera che una settimana fa aveva inviato al Sindaco senza ricevere riscontro. Il nostro lettore è francese, figlio di immigrati. Ha realizzato il suo sogno comprando una casa a Sciacca, fa la spola tra la Francia e Sciacca. Prima partiva da Sciacca “ossigenato”, ora “amareggiato”. 

Ecco la sua lettera integrale.

Gentile sindaco della città di Sciacca,

sono cittadino francese per nascita, ma ho nome e cuore italiani. Di più, siciliani. Sono uno dei tanti figli di immigrati che a malincuore hanno dovuto lasciare questa terra tanto splendida quantoaffamata, tanto invidiata quanto violentata. Culla del Mediterraneo, piena di sole, mare, vita, storia, folclore, tradizioni e poi ripiegata e perennemente dominata.

Pur vivendo in Francia nella mia casa, si è sempre parlato orgogliosamente in dialetto, per non dimenticare le radici, per dare acqua a quella sete di sicilianità che non ci ha mai lasciati.

Anche se non sono nato in Sicilia, la Sicilia l’ho vissuta attraverso gli occhi di mio padre e mia madre con la loro storia, i loro racconti, il loro dialetto, la loro nostalgia e poi con i miei sogni e le mie lacrime che scorrevano copiose e nascosto tutte le volte che, dopo le vacanze dai parenti, dovevo tornare sotto il cielo costantemente grigio della città francese in cui vivo.

Ho avuto la fortuna di realizzare parte del mio sogno riuscendo a comprare una casa a Sciacca e qui, accolto da nuovi e leali amici, mi rifugio tutte le volte che posso ossigenarmi di sicilianità. E’ per questo adesso, mentre scrivo, , sono in Sicilia anche se in procinto di partire, ma stavolta più che ossigenato, molto amareggiato.

Un misto di rabbia e tristezza e vergogna nel vedere questa splendida cittadina e le campagne attorno, ma soprattutto le strade circostanti stracolme di munnizza. Come si può accettare una cosa simile? A che serve are partire una raccolta differenziata di facciata se poi il risultato è questo?

E non diamo la colpa sempre e comunque ai cittadini incivili perché io per primo, che devo ripartire, non so come eliminare la spazzatura che inevitabilmente ho prodotto in quattro giorni. Che faccio, la lancio tra le campagne? E’ inaccettabile. 

Non basta essere indignati a parole, bisogna agire! E’ come se i vostri occhi si fossero abituati a queste montagne puzzolenti, ma i miei non ci riusciranno mai e la rabbia aumenta di più quando sento i commenti dei turisti che ci schifano e ci paragonano al terzo mondo. E scappano. Io sogno di poter tornare in Sicilia, a Sciacca,invece voi fate fuggire loro che portano ricchezza e fate fuggire pure i giovani che potrebbero tranquillamente lavorare tutti solo col turismo.

Invece, taliamu tutti schifati i muntagni di munnizza e facciamo i j’accuse di circostanza.

Cercate pietre mentre siete seduti su un diamante, non serve a niente essere vestiti da principe se i piedi sono nel fango.

Je vous accuse de nous honte à moi et à les honnetes gens de Sciacca!

Salvatore Rizzo

 

 

 

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