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BIOMETANO A SCUNCHIPANI: MENTRE IL PALAZZO DISCUTE, MY ETHANOL PROCEDE CON I LAVORI

La seduta consiliare in corso è iniziata discutendo sulla vicenda della realizzazione dell’impianto biomasse in contrada Scunchipani da parte della My Ethanol (Gruppo Moncada Energy). Si sta discutendo della delicata questione anche perché a Palazzo di Città è presente una nutrita delegazione del Comitato Scunchipani.

In buona sostanza, è emerso che dal punto di vista tecnico-amministrativo gli Uffici comunali di competenza non possono revocare le autorizzazioni assunte dall’ex Provincia. Hanno richiesto, gli uffici, un’integrazione di documenti alla My Ethanol. Documenti che la società ha integrato. L’iter intrapreso dalla società del gruppo Moncada risulterebbe rispecchiare le normative.

Il Comune nulla può mettere in campo dal punto di vista di eventuale revoca delle autorizzazioni. Tenendo presente che protagonista dell’iter è l’ex Provincia. Si è prospettata una nuova conferenza di servizi, eventualità che non può partire dal Comune.

Insomma, la My Enthanol sembrerebbe in regola dal punto di vista tecnico-amministrativo. Né la relazione, con parere negativo, della consulente nominata dal sindaco, può avere la portata di revoca delle autorizzazioni. Alla fine, è chiaro che la questione sfocerà per le vie giudiziarie, contenziosi, basandosi sull’aspetto del danno ambientale.

Le solite pastoie burocratiche, ma nel contempo, mentre a Palazzo di Città si discute, in contrada Scunchipani si procede per i lavori per la realizzazione dell’impianto biometano.

L’Ufficio tecnico ha anche evidenziato che è stato effettuato un sopralluogo per capire se c’erano irregolarità urbanistiche. L’unica cosa accertata è un piazzale di 3200 metri quadrati per lo stoccaggio. Ma, alla fine, l’irregolarità è stata sanata con una sanzione amministrativa di 1.000 euro.

La vicenda avrà un seguito, senza dubbio, con le vide giudiziarie. Da una parte, l’Amministrazione che insiste sul danno ambientale. Dall’altra parte ci sarà la My Ethanol che sosterrà che non c’è.

Filippo Cardinale

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