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BIBLIOTECA CASSAR, INAGIBILE AD INTERMITTENZA. CHI METTE A REPENTAGLIO LA SICUREZZA DEL PUBBLICO?

Accadono fatti nella nostra città talmente grotteschi che anche Pirandello avrebbe avuto difficoltà ad immaginarli e trasformarli in commedie, o tragedie.
Uno recente, di qualche giorno fa, riguarda la riapertura della sala lettura della biblioteca Cassar per una manifestazione culturale (La foto si riferisce all’evento, con la presenza del sindaco, del dirigente Todaro e dell’assessore Mondino, programmato per svolgersi in sala Blasco, come da locandina).

Oggi, proprio quella sala lettura è ancora ritenuta inagibile dagli atti ufficiali degli Uffici comunali. Siccome dalla data di quei documenti ad oggi nulla di nuovo è intervenuto per rimuovere le cause che hanno indotto i dirigenti comunali a chiudere con effetto immediato quella parte della biblioteca, annoveriamo l’evento di qualche pomeriggio fa un capitolo di una commedia la cui fantasia non ha limiti, tanto da andare oltre i divieti imposti dagli Uffici comunali.

Tra l’altro, il mistero dell’apertura a intermittenza, si infittisce del fatto che ad organizzare l’evento culturale è stato proprio il Comune. I dirigenti, che hanno firmato una robusta serie di lettere relative all’inibizione al pubblico e al personale della sala lettura della biblioteca Cassar, nulla sanno dell’evento culturale svoltosi. Insomma, è il caso di dire che si tratta di un’apertura ad intermittenza a loro insaputa.

Noi, del Corrieredisciacca.it, siamo in possesso di documenti che sono attuali. In buona sostanza, non ci sono verbali e atti che non solo hanno autorizzato e completato lavori richiesti dal sopralluogo che ha indotto alla chiusura della sala lettura, ma che rimuovono il diniego precedente.
Riteniamo che la cultura sia essenziale per la crescita di una collettività, ma essa non può prescindere dal garantire la sicurezza del pubblico, del cittadino.

Il verbale del sopralluogo è stato redatto in data 22 giugno 2016, dal dirigente del VI Settore, architetto Aldo Misuraca e controfirmato dalla dottoressa Elina Salomone, a suo tempo responsabile della biblioteca, poi rimossa dal sindaco Francesca Valenti. Alla sottoscrizione del verbale, come è riportato, risultano assenti i dirigenti del 2°, 3° 4° e il responsabile della Sicurezza sui luoghi di lavoro, ingegnere Giuseppe Liotta, l’allora assessore alla Cultura Salvatore Monte quello al Patrimonio, Silvio Caracappa.
Nel verbale si evidenzia l’urgenza di trasferire la biblioteca presso i locali dell’ex istituto Sant’Anna, in attesa di interventi di messa in sicurezza e di isolamento dell’umidità dei locali della biblioteca Cassar. Nel verbale si fa chiaro riferimento “alle condizioni di degrado causate dalla presenza di umidità da infiltrazione e di capillarità, oltre che gli interventi strutturali in copertura e all’impianto elettrico e antincendio”. Il verbale viene anche inviato ai dirigenti dei settori 2°, 3° e 4 e al segretario generale.

Una storia che nasce il 24 luglio 2015, quando il dirigente del VI Settore scrive al dirigente del 3° Settore evidenziando che “è necessario provvedere a mettere in sicurezza i libri antichi immediatamente, collocandoli in altro sito”.

Il 20 novembre 2015, il dirigente del VI settore, architetto Misuraca, scrive al dirigente del 3° settore, dott. Rapisardi invitandolo “ad interdire immediatamente gli spazi ritenuti a rischio, in attesa degli interventi per la messa in sicurezza”.

Il 25 maggio 2016 viene svolto un sopralluogo con il capo della 3^ Sezione, geom. Vito S. Friscia, il capoufficio della 2^ Sezione, l’architetto Daniela Capurro, il capo della 2^ Sezione, ing. Onofrio Tulone e il il dirigente ingegnere Giovanni Bono.
Nel verbale di sopralluogo viene evidenziato che nella sala lettura sono state “rilevate profonde fessurazioni” con “conseguente possibile cedimento di parte della controsoffittatura”, con “condizione di un pericolo per cui si ritiene opportuno invitare il dirigente del 3° Settore, nelle more di un intervento risolutivo, ad inibire temporaneamente al pubblico l’utilizzo della stessa e/o adottare i necessari provvedimenti cautelativi finalizzati alla salvaguardia del personale in loco”.

Poi, nel verbale si scrive anche, per quanto concerne gli altri ambienti, “si è rilevata sulle pareti e sul soffitto una diffusa presenza di umidità che potrebbe incidere sulla salubrità dei locali, nonché l’assenza di un impianto antincendio e di un impianto elettrico a norma”.

Dunque, gli atti ad oggi, descrivono i locali della biblioteca, ed in particolare la sala lettura, degni di inibizione al pubblico e al personale. Non ci risulta che ad oggi siano stati eseguiti i lavori indicati nelle corrispondenze tra gli uffici, né che la Soprintendenza di Agrigento abbia rilasciato documenti che rendono fruibile la sala lettura.
E’ certamente urgente dare seguito al carteggio degli Uffici comunali, risolvere la criticità degli ambienti della biblioteca, ma soprattutto non coinvolgere il pubblico in pericoli ben evidenziati.

La manifestazione di qualche pomeriggio fa è andata fortunatamente bene. Ma non è il caso di rischiare. Ci piacerebbe anche, nell’interesse del pubblico, comprendere chi ha dato l’autorizzazione ad aprire la porta della sala lettura della biblioteca Cassar e dare il via alla manifestazione con una forte dose di pericolo testimoniata dalle carte ufficiali e scritte.
Filippo Cardinale

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