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ARRESTO ARNONE, IL PROCURATORE: “HA AGITO SENZA ESPRESSO MANDATO DELLA PARTE RAPPRESENTATA”. LA DIFESA: “ESTRANEO AI FATTI”

“Il contratto di transazione, esibito dalla difesa dell’indagato, è documento artatamente predisposto dallo stesso indagato che ha agito senza espresso mandato della parte rappresentata, ai fini di esclusivo, illecito, arricchimento privato e tenendo la persona offesa sotto il ricatto di una campagna mediatica che ne avrebbe irrimediabilmente distrutto la vita privata e professionale”.

Lo scrive – all’indomani dell’arresto per estorsione dell’avvocato Giuseppe Arnone – il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio. “La Procura della Repubblica di Agrigento, valutati gli atti trasmessi dalla Squadra Mobile di Agrigento e l’ulteriore attività di indagine compiuta, al fine di fornire alla opinione pubblica una corretta e non fuorviante rappresentazione dei fatti, – scrive il procuratore Patronaggio – comunica che l’arresto in flagranza di reato dell’avvocato Giuseppe Arnone è stato preceduto da una pregnante e rilevante attività di intercettazione di comunicazioni e seguito dall’acquisizione di robuste prove testimoniali a riscontro. Dalle prove fin qui raccolte – prosegue la nota della Procura – che saranno offerte al doveroso vaglio del giudice della convalida, emerge che il contratto di transazione esibito dalla difesa dell’indagato è documento artatamente predisposto dallo stesso indagato che ha agito senza espresso mandato della parte rappresentata, a fini di esclusivo, illecito, arricchimento privato e tenendo la persona offesa sotto il ricatto di una campagna mediatica che ne avrebbe irrimediabilmente distrutto la vita privata e professionale”.

La Squadra Mobile di Agrigento ha arrestato, ieri, Giuseppe Arnone nella flagranza di reato di estorsione ai danni dell’avvocato Francesca Picone. “Si tratta dell’estorsione di 50 mila euro – aveva già chiarito ieri la Procura della Repubblica – che Arnone avrebbe richiesto a Picone per non alzare clamore mediatico su una pregressa vicenda giudiziaria che vede Picone imputata per irregolarità nei confronti di alcuni suoi clienti successivamente assistiti proprio da Arnone”. La Squadra Mobile, coordinata dal dirigente Giovanni Minardi, dopo una rilevante attività di indagine ed intercettazione, è intervenuta al momento del pagamento della prime due rate della presunta pretesa estorsiva di Arnone, sequestrandogli due assegni del complessivo valore di 14 mila euro emessi da Picone in favore di Arnone.

La difesa. “Abbiamo prodotto una serie di documenti, ed è in corso la verbalizzazione, che dimostrano l’assoluta estraneità dell’avvocato Arnone a questa squallida vicenda. A noi non risulta alcun accordo di 50 mila euro. Il procedimento di enfatizzazione forse fa bene a qualcuno, ma non alla giustizia”. Lo ha dichiarato Arnaldo Faro che è il legale dell’avvocato Giuseppe Arnone arrestato per estorsione.

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