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Arancioni di rabbia. Ma intanto…tentenniamo a vaccinarci e grandi scorte di dosi restano nei frigo

SICILIA. La nostra Isola resta ancora in zona arancione fino alla seconda verifica di venerdì prossimo. I dati positivi devono essere costanti nei 14 giorni consecutivi. Questo dice il Dpcm, dura lex sed lex.

C’è tanta rabbia perché la Sicilia non è riuscita a traghettare nella zona gialla. Si discetta su un complotto contro la Sicilia, la voglia di “punirci” di tenerci emarginati. Sono pensieri che cozzano con la realtà.  Quella che dell’incoerenza: la rabbia di tanti per la permanenza in zona arancione e la scelta di non vaccinarsi.

Già, perché ogni speranza di ritorno alla normalità è legata alla campagna vaccinale. Prima ci immunizzeremo, prima sconfiggeremo il  Covid, fermando anche l’eventuale nascita di varianti più rischiose.

Il vaccino è l’arma più potente che abbiamo tra le mani ed è gratis. Ma deleteria è l’arma dell’ignoranza e del pregiudizio. Ci sono in Sicilia vaste scorte di vaccini AstraZeneca. Scorte ferme per via del pregiudizio su AstraZeneca. Quel pregiudizio che non hanno avuto gli inglesi che si sono vaccinati con questo vaccino. Oggi loro liberi dal Covid, noi siamo prigionieri del pregiudizio infondato.

Molti siciliani continuano ad averlo (il sottoscritto si è vaccinato con AstraZeneca e se scrive questo articolo significa che è rimasto in vita!) e non presentarsi  ai punti vaccinali. Non preferiscono l’AstraZeneca, come se si fosse al bar a scegliere una marca di birra rispetto ad un’altra.

Eppure, lo scorso anno quando il vaccino non c’era, lo invocavamo. Ora c’è e lo snobbiamo.

Dunque, l’appuntamento con la zona gialla è rimandato di una settimana. Hanno pesato anche i ritardi nelle somministrazioni delle dosi. Secondo il report nazionale aggiornato a ieri pomeriggio siamo ultimi nella percentuale tra inoculazioni e tesoretto disponibile, con il 76,4 per cento. Una performance legata soprattutto al rifiuto di AstraZeneca che incide pesantemente.

Filippo Cardinale

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