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Alessandria della Rocca, omicidio Piazza: in appello ridotta a 10 anni la pena per Di Liberto

ALESSANDRIA DELLA ROCCA. I giudici della Corte di assise di appello di Palermo hanno ridotto la pena da 14 anni a 10 anni di reclusione nei confronti di Gioacchino Di Liberto, 84 anni, di Alessandria della Rocca, accusato di avere ucciso Liborio Piazza, 72 anni, il 12 settembre del 2018.

A Gioacchino Di Liberto sono stati concessi gli attenuanti generiche che danno ridotto la condanna in primo grado di 4 anni e che  sono prevalse sulle aggravanti. Il sostituto procuratore generale Vincenza Sabatino, aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado del Tribunale di Sciacca.

Di Liberto è stato riconosciuto colpevole di avere sparato due colpi di fucile con doppietta calibro 16 colpendo Piazza alla gola e al fianco. Un omicidio nato per motivi legati a lavori di manutenzione sui canaloni per il deflusso delle acque piovane. Opere contestate da Di Liberto che temeva frane e smottamenti sui terreni della sua proprietà.

Il Tribunale di Sciacca aveva inflitto la pena a 14 di reclusione.  La pena è stata inflitta dal Gup del Tribunale di Sciacca Antonio Cucinella che ha celebrato il  processo con il rito rito abbreviato che riduce di un terzo la pena.

Il giudice Antonino Cucunella ha accolto la richiesta di pena dei pubblici ministeri Roberta Griffo e Michele Marrone. I magistrati inquirenti, nella richiesta, hanno ritenuto le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti contestate.

Era il 12 settembre 2018 quando la notizia dell’omicidio riempì le cronache dei giornali e sconvolse il paese. L’ agricoltore  settantaduenne Liborio Plazza fu trovato cadavere nelle campagne del piccolo centro agricolo di Alessandria della Rocca, in contrada Chimmesi.   I primi accertamenti dei carabinieri rilevarono che l’uomo sarebbe rimasto ferito mortalmente con colpi di arma da fuoco. La vittima era incensurata e le indagini privilegiarono la sfera privata dell’agricoltore. Alle indagini, oltre ai militari della locale stazione, parteciparono i carabinieri della compagnia di Cammarata e del reparto Operativo del comando provinciale di Agrigento.

Dopo aver ascoltato, e scartato, i primi due vicini di campagna è toccato a Gioacchino Di Liberto. “E’ saltato fuori un fucile compatibile con la dinamica dell’agguato. Un fucile che in canna – scrivono i carabinieri – ancora presentava evidenti tracce di polvere da sparo. Dopo un interrogatorio, durato tutta la notte, l’anziano, messo alle corde, ha confessato con un senso di liberazione, ammettendo di avere sparato poiché esausto delle continue tensioni, per motivi di vicinato, con la vittima”.

Poi l’84enne Gioacchino Di Liberto confessò nel giro di poco. Il tragico gesto sarebbe maturato da continue tensioni e liti per questioni di vicinato. Colpì mortalmente la vittima, che si trovava a bordo della sua utilitaria. Il caso investigativo si chiuse, praticamente, in meno di 12 ore. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica, dal sostituto procuratore Roberta Griffo, coadiuvata nel dibattimento dal magistrato Michele Marrone.

Filippo Cardinale

 
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