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ACQUA, IL CERCHIO DEI COMUNI “RIBELLI” SI RESTRINGE A 8, MA CI SONO ULTERIORI PALETTI

Dai 17 iniziali, i Comuni che non hanno consegnato le reti e impianti al gestore idrico, pur essendo un obbligo di legge, potrebbero scendere a otto. Quest’ultimi, però, devono superare ulteriori paletti per beneficiare dell’articolo 147 della legge Galli. Ieri mattina si è svolto il direttivo dell’ATI e si è discusso anche di questo. Dare un termine perentorio entro cui il quadro di chi può beneficiare del suddetto articolo che prevede la gestione in house del servizio idrico. Gli otto Comuni saranno Cammarata, Santo Stefano di Quaisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cianciana, Burgio, Menfi e Santa Margherita Belìce. Ad alcuni di questi saranno concesse alcune deroghe temporali per consentire agli stessi di ottenere tutti i requisiti dell’articolo 147, ma soprattutto devono dimostrare un sistema integrato capace di includere anche un efficace sistema di depurazione.

Intanto, per lunedì prossimo è prevista l’assemblea dell’ATI che, tra i numerosi punti, deve chiarire anche che fine faranno i restanti Comuni non consegnatari che non possono beneficiare dell’articolo 147. Si discuterà anche della futura forma di gestione del servizio idrico in provincia di Agrigento. Come è noto, le due forma in esame sono quella della società pubblica per azioni e la società consortile speciale.

A dare lumi sui vantaggi/svantaggi delle due forme, all’Assemblea parteciperà il professore Calcedonio Li Poni, commercialista e revisore contabile chiamato come tecnico per rispondere alle richieste di chiarimento da parte dei sindaci.

Filippo Cardinale

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