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Acqua, i Comuni “ribelli” graziati dal commissario regionale ad acta Maria Di Francesco. Possono gestire in house

PROVINCIA DI AGRIGENTO. Il commissario regionale ad acta Maria Di Francesco ha riconosciuto i requisiti alla gestione diretta del servizio idrico agli otto comuni della nostra provincia (ai sensi dell’articolo 147 della legge Galli) che non avevano consegnato le reti al gestore. Dunque, Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Cammarata, Cianciana, Menfi, Santa Margherita di Belice e Santo Stefano Quisquina, continueranno a gestire in house il servizio idrico.

Nell’ottobre del 2019 erano stati individuati, dall’Ati Ag9 e dal Direttivo, come possessori dei requisiti dell’art.147 anche se con pecifiche prescrizioni a cui adeguarsi entro un lasso di tempo ritenuto congruo. Prescrizioni che, dice il commissario, sono state adesso soddisfatte facendo quindi scattare il diritto alla salvaguardia. Tre, come noto, i parametri: approvvigionamento da fonti pregiate; presenza di sorgenti ricadenti in parchi naturali o aree protette; uso efficiente delle risorse idriche (contatori, depuratori funzionanti ecc).

L’Ati dovrà svolgere una verifica annuale del rispetto delle condizioni di legge vigenti da parte dei comuni, pena un’eventuale revoca della salvaguardia. Fuori restano San Biagio Platani, Sant’Angelo Muxaro, Palma di Montechiaro, San Giovanni Gemini, Santa Elisabetta, Aragona, Camastra, Sambuca di Sicilia, i quali dovrebbero quindi adesso consegnare reti e impianti alla nuova consortile anche se in molti erano pronti a rivolgersi al Tar per avere garantita la gestione diretta.

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