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ACQUA, “FRANCESCA VALENTI PALESEMENTE SCHIERATA CON I COMUNI NON CONSEGNATARI”

Il vero nodo che oggi interessa la cittadinanza è quello dell’efficienza e soprattutto della economicità e sostenibilità del costo del servizio idrico”. Lo rimarcano i consiglieri comunali Bono, Milioti, Bentivegna, Monte, Santangelo, Maglienti, Caracappa, Cognata e Deliberto. Non solo efficienza ma anche e soprattutto economicità. Tale obiettivo, per i consiglieri comunali firmatari di una nota stampa, “potrà essere raggiunto se tutte le fonti di approvvigionamento della nostra provincia potranno essere messe a regime, nel principio della solidarietà. Obiettivo che può evitare il gravosissimo peso del costo dell’acqua che siamo costretti ad acquistare da Siciliacque”.

Il nocciolo della questione rimane la proposta di prorogare la verifica sui requisiti dell’articolo 147 del D.lgs 152/2006 (legge Galli), agli 8 Comuni che il direttivo dell’ATI intende deliberare per meglio approfondire i requisiti dei Comuni richiedenti, ritenuti “ammissibili” ma che non significa che abbiamo i requisiti. Tra questi Comuni c’è Menfi, Santa Margherita Belìce (il cui sindaco Franco è fratello del presidente dell’ATI Francesca Valenti), Burgio, Santo Stefano Quisquina, Bivona, Cammarata, Alessandria della Rocca. I Comuni che non hanno consegnato le reti sono 16.

Su tale questione, Bono, Milioti, Bentivegna, Monte, Santangelo, Maglienti, Caracappa, Cognata e Deliberto, attaccano fortemente il presidente dell’ATI e sindaco di Sciacca Francesca Valenti. La accusano di “essersi apertamente schierata con i Comuni non consegnatari, provando a far votare all’Assemblea una proroga di 18 mesi nei confronti degli 8 Comuni in fase di verifica, nonostante l’art.147 ed un parere del Ministero dell’Ambiente, che trovasi agli atti dell’ATI, dicano esplicitamente che le condizioni per una gestione diretta avrebbero dovuto essere presenti sin dal momento dell’entrata in vigore della legge”.

Bono, Milioti, Bentivegna, Monte, Santangelo, Maglienti, Caracappa, Cognata e Deliberto, avvertono che sin d’ora che chiederanno all’Ati “tutti gli atti ed i verbali dei direttivi e delle Assemblee che hanno trattato questi temi perché è opportuno fare chiarezza sui voti e gli interventi posti in essere dalla professoressa Valenti”. “Vorremo capire-aggiungono- perchè il Sindaco di Sciacca si schiera in assemblea con i comuni non consegnatari. Forse quando parla di promessa mantenuta si riferisce alla proroga che voleva far votare per favorire i Comuni non consegnatari”.

I consiglieri firmatari della nota stampa, nutrono “il forte timore che, nonostante la scelta compiuta dall’assemblea dei Sindaci, alla fine il costo del servizio non si ridurrà ed anzi, a causa delle spese di funzionamento dell’azienda speciale consortile che graveranno sui Comuni, inizialmente potrà addirittura pesare di più sulla tariffa”.

Criticano anche “l’autocelebrazione” del sindaco Francesca Valenti nel corso della recente conferenza stampa. Un’autoreferenza che per Bono, Milioti, Bentivegna, Monte, Santangelo, Maglienti, Caracappa, Cognata e Deliberto è “finalizzata al recupero di un consenso popolare ormai ai minimi storici”, eludendo di trattare “temi più significativi che devono essere affrontati e risolti sulla gestione del servizio idrico integrato”.

Infine, ricordano che “alla decisione del 27 settembre (Asseblea ATI che ha approvato la forma giuridica con cui verrà gestito il nuovo servizio idrico agrigentino) si è potuti arrivare grazie all’interdittiva antimafia della Prefettura di Agrigento, confermata anche in sede di Giustizia Amministrativa, che ha costituito il vero momento di svolta per il superamento della gestione privatistica”.

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