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ACQUA E TERME: UN COORDINAMENTO, UNA COMMISSIONE SPECIALE. IL PARTO DEL PATTO DEL PANETTONE

Se la politica locale producesse un terzo delle parole profuse nel corso delle sedute consiliari, già sarebbe un buon risultato. Ma impiegare quasi 4 ore per discettare sul nome da affibbiare a due iniziative che hanno il compito (limitato) di “monitorare” le questioni terme e acqua, sinceramente ci appare come il tentativo, mal riuscito, di una recita a soggetto.

Un finto scontro tra maggioranza e opposizione nel quale l’obiettivo era quello di “uscire” con una soluzione che accontentasse tutti. Si sono dovute ricorrere a diverse “pause” della seduta, fino a quando con l’ausilio della dolcezza di fette di panettone e brindisi con bollicine “Ferrari” dietro l’aula consiliare, si è ritornati in aula per apportare modifiche “da alta filosofia” che consentissero l’approvazione all’unanimità della Commissione speciale per le Terme. Ma il capolavoro della dialettica (perditempo) della politica si è espresso sul nome da affibbiare a quella “cosa” che potesse avere l’obiettivo di “monitorare la crisi idrica della città”.

COMMISSIONE SPECIALE TERME. E’ stato l’ultimo punto approvato della seduta, più per “sfiancamento” che per convinzione. La Commissione, che avrà il compito di occuparsi di monitorare lo stato dell’iter delle terme, avrà la durata di 4 mesi e si concluderà con una relazione. E’ formata da 5 componenti, 3 della maggioranza e 2 dell’opposizione. Diciassette consiglieri presenti si sono affannati  trovare la quadra per un voto unanime, ma soprattutto un presidente. Ruolo che era stato offerto al M5S, ma sia Teresa Bilello che Alessandro Curreri hanno rifiutato rimarcando che loro avrebbero fatto parte della commissione solo come semplici componenti. Nè era disposto ad assumere la presidenza il centrodestra. Alla fine, con i consiglieri comunali sfiancati e assonnati, si è raggiunto l’accordo. La proposta dell’istituzione della Commissione è stata votata da 17 consiglieri su 17. Presidente stata eletta Cinzia Deliberto (assente alla seduta), vice presidente Calogero Filippo Bono, segretario Carmela Santangelo. Sono componenti semplici Alberto Sabella e Teresa Bilello.

Ma la cosa straordinaria si concentra nel lasso di tempo impiegato per arrivare alla conclusione finale. Se Amleto aveva il dilemma di essere o non essere, ieri sera in aula consiliare è sorto, per ore, il dilemma se  votare contemporaneamente istituzione della Commissione speciale e componenti in un’unica battuta, o prima approvare l’istituzione della Commissione e poi i componenti.  Qui si è toccato davvero il massimo della teatralità della nostra politica. Regolamento alla mano, interpretazioni, consulti e altro. Alla fine, alla “scienza” è prevalsa la stanchezza e al grido eroico appruvamu comi diti vautri, ma basta ca ni sbidugliamu, è nata la Commissione Speciale.

CONSULTA EMERGENZA IDRICA. Capolavoro della serata che, come tutti i capolavori, richiede sforzo, impegno, fantasia, ma anche tanta recita. Che ci sia stata la volontà di approvare un qualcosa all’unanimità che desse alla città la sensazione che la politica è unita a guerreggiare contro Girgenti Acque, non ci sono dubbi. Il tutto nasce dalla mozione di indirizzo presentata dal centrodestra per la creazione di un tavolo tecnico fra istituzioni cittadine, società incivile (come se esistesse quella incivile, anche se a Sciacca parecchi hanno la vocazione di essere tali) che possa essere da contrasto alla strategia del gestore idrico sia da un punto di vista tecnico che giuridico. Qui si apre un “profondo” dibattito. La maggioranza “apprezza” l’idea, ma esiste un “fatto politico”: nella mozione ci sono alcuni passaggi troppo marcatamente politici e che scalfiscono la maggioranza. Da qui inizia una lunga fase di strategia dialettica. Ad un certo punto si ha la sensazione che per trovare un nome da dare all’organismo sia necessario indire un quiz popolare. La parola tavolo tecnico non piace e dà la percepzione, visto il dibattito, che da un momento  all’altro volino le sedie. Si passa ad un ulteriore sforzo lessico. Mettiamo Consulta. Ma tale termine non è fluido, perché per regolamento comporta una serie di adempimenti astrusi. Esce fuori il termine Coordinamento. In aula si respira, ad un tratto, la stessa aria gioiosa del fumetto di Walt Disney, quando Archimede trova la soluzione per inventare un nuovo marchingegno. Gli occhi dei consiglieri comunali (siamo verso l’una e mezza di notte) si riempiono di gioia e di speranza. La cosa è fatta e si va a dormire.

Ma poi sorge un momento di perplessità perché nella proposta il termine Coordinamento è stato affiancato da “cittadino”. Altra discussione perché l’aggettivo potrebbe estendere il concetto alla democrazia estrema, cioè dove si fanno le agorà nelle quali partecipano tutti i cittadini. Fare partecipare 40 mila saccensi richiederebbe uno stadio di calcio di cui Sciacca non dispone.

Alla fine viene approvata la proposta  di istituzione del “Coordinamento per l’emergenza idrica”. E chi fa parte? Questo è rimandato alla prossima puntata, in sede di conferenza di capigruppo per definire il regolamento e le modalità di funzionamento del quasi neo nato Coordinamento.

Durante il dibattito nel quale si sono ripetute le cose dette nel corso del periodo di crisi idrica che ha investito la città, il sindaco ha spiegato alcune cose importanti sulla diatriba tra ATI e Girgenti Acque, nello specifico sulla risoluzione contrattuale. Le vie che si intendono seguire sono due: l’azione di risoluzione del contratto, l’applicazione della clausola risolutiva espressa.

Il prossimo 22 dicembre, il Consiglio direttivo dell’Ati si riunirà con la presenza del consulente legale Mazzarella. Poi la scelta. E’ ovvio che la decisione adottata dovrà passare attraverso una lite giudiziaria, un processo, la decisione di un giudice terzo. Uno degli aspetti acclarati in Italia è che la giustizia ha il suo corso. Corso che, notoriamente, riesce a prolungare le cause anche oltre il decennio. E comunque, in ogni lite giudiziaria ci sono le parti essenziali: non solo quella che attacca, ma quella che difende. E qui la partita è davvero difficile.

Filippo Cardinale

 

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