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ACQUA, E’ GUERRA TOTALE: ATI- GIRGENTI ACQUE (VECCHIA) E QUELLA COMMISSARIATA

Mentre il cittadino agrigentino attende la nuova bolletta dell’acqua col nuovo logo del gestore pubblico, ma soprattutto con una forte riduzione del costo del vitale liquido, è in corso una guerra dagli esiti preoccupanti e che rischia di far saltare l’intero servizio idrico integrato della provincia di Agrigento.

FRONTE GIRGENTI ACQUE. C’è una guerra “silenziosa ma non combattuta senza armi dentro Girgenti Acque, anzi, dentro “le” Girgenti Acque”, scrive oggi su La Sicilia, Gioacchino Schicchi. Perché la guerra interna a Girgenti Acque? La società, sostanzialmente, ha due fronti. In uno, la gestione commissariale dopo l’interdittiva antimafia del Prefetto affidata a Venuti e Dell’Aira. La gestione commissariale ha il compito di curare e garantire la prosecuzione del servizio. Dunque, portate acqua nei rubinetti dei cittadini e garantire anche il servizio fognario. Una gestione quasi minimale in attesa che l’ATI porti a termine il processo, lungo, di dare vita reale alla “consortile”, la forma giuridica determinata recentemente.

Nell’altro fronte c’è la “vecchia” Girgenti Acque, guidata dal presidente post Campione, Giancarlo Rosato, i suoi organi e la sua assemblea dei soci. Tra i soci, anche le aziende del gruppo Campione. Le schermaglie vengono fuori col passare del tempo. Un campo di battaglia è, ad esempio, l’accesso alla documentazione finanziaria e gestionale della Girgenti Acque. Uno scontro tra “vecchia gestione” e gestione commissariale. Una guerra che potrebbe avere riverberi devastanti sulla possibilità di chiudere la procedura di concordato preventivo. Una possibilità del genere, negativa, avrebbe conseguenze finanziarie nefaste in considerazione dell’ingente debito della società idrica verso i fornitori.  La gestione commissariale ha già, da tempo, affermato che non risponde della situazione contabile pregressa al suo ingresso nella gestione. Lo stato di salute della Girgenti Acque è assai precario e ogni prolungamento dell’agonia rischia di far saltare l’erogazione del vitale liquido.

FRONTE PER LA GESTIONE IN PROPRIO COMUNE DI RAFFADALI. Altro fronte di guerra. Il sindaco di Raffadali Silvio Cuffaro ha emesso un’ordinanza (contestata dalla gestione commissariale della Girgenti Acque) con cui comunica alla Girgenti Acque di gestire in proprio la rete idrica del proprio Comune. Cuffaro ha chiesto alla gestione commissariale di procedere alla consegna degli impianti. Una richiesta che non è supportata da nessuna norma. Qui si apre un ulteriore fronte di guerra all’interno dell’ATI.

FRONTE DELL’ATI. La recente disposizione firmata dal presidente dell’ATI, Francesca Valenti, di concedere ai Comuni di Raffadali e Favara la tariffa forfettaria anche per gli utenti forniti di contatore (per attendere il completamento delle istallazioni) ha scatenato una guerra. Tanto che i commissari prefettizi hanno inviato al presidente dell’ATI una durissima nota di risposta sottolineando il rischio dell’ordine pubblico, un ulteriore mazzata finanziaria alla società idrica, rivalsa degli altri Comuni che potrebbero chiedere pure la tariffa forfettaria anche se muniti di contatori.

 FRONTE TRA COMUNI NON CONSEGNATARI, COMUNI CONSEGNATARI IN ATTESA DELLA PROROGA DELLA VERIFICA E COMUNI CONSEGNATARI. Questo è un fronte di guerra acceso, dove i sindaco soci stanno mettendo in campo armi di ogni genere. Sul campo di battaglia c’è l’articolo 147 della legge Galli. Da ricordare che 16 Comuni su 43 non adempirono alla legge che imponeva la consegna delle reti e impianti al gestore per garantire l’unicità dell’Ambito. Di questi, 8 sono stati ammessi per la verifica dei requisiti. Solo che il direttivo dell’ATI ha proposto all’Assemblea dei soci una proroga di 18 mesi per approfondire meglio. Proroga che per tanti sindaci non è supportata da normative apposite. Nel frattempo, sono scesi in guerra gli altri 8 Comuni già esclusi i quali vogliono uguale trattamento paventato agli 8 ammessi. Minacciano, anzi, di non approvare lo statuto della “consortile” quando arriverà nei vari Consigli comunali.

E i Comuni consegnatari? Attendono con l’ascia tra le mani. Loro si sono attenuti alla legge, hanno consegnato le reti al gestore. Ma hanno subito costi altissimi. Del resto, se un piano industriale inizialmente è stato concepito per 43 Comuni, la suddivisione dei costi solo per 27 porta inevitabilmente i Comuni ossequiosi della legge a subire bollette salatissime.

La guerra in corso vola sulla testa dei cittadini, inconsapevoli che il rischio di rimanere con i rubinetti asciutti è assai alto.

Filippo Cardinale

 

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