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ACCERTAMENTO IMU 2012, PER IL COMUNE E’ ESATTO, MA A DANNARSI E’ IL CONTRIBUENTE CHE HA PAGATO INTERAMENTE LA CIFRA

In relazione alla notizia da noi pubblicata su un accertamento IMU 2012, il nostro giornale aveva riportato un’anomalia che va sempre a svantaggio del contribuente pur avendo versato complessivamente la cifra giusta. Riceviamo e pubblichiamo una precisazione del dirigente del settore Finanza e Tributi del Comun e di Sciacca

Egregio direttore,  con riferimento all’articolo pubblicato in data 18 gennaio 2018, riportante il titolo “ACCERTAMENTI IMU, LE ASSURDITA’: PER IL COMUNE 2.250-2.249 FA 38”, mi preme precisare quanto segue:
Quanto riportato nell’articolo non risulta corrispondente alla realtà dei fatti. Rappresenta una descrizione parziale e, dunque, distorta, dei provvedimenti di accertamento emessi dal Comune di Sciacca. Per far comprendere meglio l’operato dell’Ente, occorre premettere che nell’anno 2012, l’imu doveva essere pagata al Comune, ma era prevista anche una quota (50%) che doveva essere versata allo Stato.
La notizia riportata è riferita a un avviso di accertamento emesso nei confronti di un contribuente che aveva effettuato una ripartizione errata del versamento dell’imposta, procedendo a un minor versamento al Comune e a un maggior versamento allo Stato. Nell’articolo pubblicato, si mostra solo una pagina dell’avviso (la prima). Tale pagina ha carattere riepilogativo. Vengono riportati i dati complessivi. Non si fa cenno, invece, alle altre pagine del provvedimento.

Se si fosse mostrata la totalità del documento e si fosse data la possibilità per una visione globale e completa dell’avviso, si sarebbe bene evidenziato che all’interno, e precisamente a pagina 3, esiste una scheda di accertamento che analizza nel dettaglio la ripartizione di quanto dovuto al Comune di Sciacca e allo Stato, con l’indicazione analitica anche di quanto versato e delle differenze corrette poi riportate nella prima pagina.
Alla luce di quanto sopra, e nella consapevolezza che qualche errore si possa commettere, si conferma che nell’accertamento di cui trattasi l’Ufficio ha operato correttamente. Stante gli aspetti prevalentemente tecnici degli argomenti, si resta a disposizione per ulteriori ed eventuali chiarimenti.

Gentile dott. Carlino, 

grazie per la collaborazione, e soprattutto per il tono gentile usato nella corrispondenza. La sua ampia spiegazione mi stimola un ulteriore pensiero a dimostrazione che, nel mondo, solo il nostro Paese (Italia) ha una burocrazia e un labirinto di procedure che rendono difficile e complicata la vita al cittadino. Nei paesi europei il concetto di base è che il cittadino non deve essere tormentato dalla burocrazia e che la Pubblica Amministrazione è al servizio del medesimo. Lei spiega molto bene che il cittadino oggetto dell’accertamento ha pagato regolarmente tutto l’importo previsto. La questione sta in 38 euro, diventati nel tempo 60 tra sanzioni e interessi. Il contribuente ha pagato regolarmente quanto richiesto e nella cifra c’è un importo di 38 euro che doveva essere versata allo Stato e non al Comune. In un Paese che mette il contribuente-cittadino al centro, sarebbe stato il Comune a scrivere allo Stato chiedendo il rimborso di 38 euro incassati per errore. Viviamo in un Paese nel quale già una semplice bolletta di un servizio erogato è di difficile interpretazione, si figuri quelle pagine che formano oggetto dell’accertamento! 

Ma capisco, che viviamo in Italia e la burocrazia è l’ombra opprimente che segue e tortura sempre il cittadino-contribuente. Forse, rispetto ai 2.200 euro versati dal contribuente in oggetto, il Comune avrebbe potuto azzerare quei miseri 38 euro e non innescare un meccanismo che provoca disagi e difficoltà al cittadino, senza dimenticare che pur avendo pagato l’intera cifra, adesso egli dovrà versare altri 60 euro in più. 

Un cordiale saluto. Filippo Cardinale

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