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NON CI FU ABUSO D’UFFICIO ED EDILIZIO, IN APPELLO ASSOLTI DI GIOVANNA, BIVONA E RUSSO

La Corte di Appello di Palermo, oggi, ha emesso sentenza che riforma totalmente quella di primo grado del Tribunale di Sciacca nei confronti dell’ingegnere Giuseppe Di Giovanna, degli architetti Accursia Giuseppa Russo e Giuseppe Bivona. L’assoluzione è avvenuta con formula piena perché i fatti non sussistono. Erano accusati di abuso d’ufficio ed edilizio per una licenza rilasciata per la realizzazione di un edificio abitativo in via Lido, di proprietà dell’ingegnere Giuseppe Di Giovanna. Per la Corte di Appello, dunque, non c’è stato nè abuso d’ufficio nè abuso edilizio, ha disposto l’immediato dissequestro dell’immobile e la revoca dell’ordine di demolizione, provvedimenti che avevano accompagnato la sentenza di primo grado.

Risale al 20 aprile 2017 la sentenza del Gup del Tribunale di Sciacca,  Alberto Davico, che condannò a mesi dieci di reclusione ed € 8.000 di multa ciascuno (pena sospesa), l’ingegnere Giuseppe Di Giovanna e i dirigenti del Comune di Sciacca, settore urbanistica, arch. Accursia Giuseppa Russo e arch. Giuseppe Bivona (oggi in pensione), per abuso edilizio e d’ufficio.

Il processo di primo grado si è svolto con rito abbreviato e ha riguardato la realizzazione del manufatto abitativo posto tra la via Lido e la via Allende di Sciacca (nella foto), in corso di costruzione all’epoca del provvedimento di sequestro.

Tutti gli imputati erano accusati – in concorso tra loro – di aver realizzato, ciascuno nelle rispettive qualità, una villetta ad uso residenziale in presenza di una concessione edilizia rilasciata dal Comune di Sciacca in violazione di norme di legge e regolamentari. Gli stessi erano anche accusati del reato di abuso d’ufficio.

Il GUP ha, dunque, accolse la tesi del pubblico ministero Michele Marrone. Le difese sono rappresentate dagli avvocati Giovanni Vaccaro e Michele Monteleone per l’ingegnere Di Giovanna, Maurizio Gaudio per l’arch. Bivona e Giovanna Maria Craparo per l’arch. Russo.

“Abbiamo sempre ritenuto che gli atti processuali contenessero la legittimità della procedura autorizzativa seguita dall’UTC di Sciacca e, conseguentemente, del titolo abilitativo. In ultimo anche gli accertamenti del perito nominato dal Giudice, con cui è stata verificata la conformità dell’intervento rispetto alle prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti all’epoca della realizzazione”, ha dichiarato l’avvocato Michele Monteleone dopo la lettura del dispositivo da parte della Corte di Appello di Palermo.

Filippo Cardinale

(Foto del Corrieredisciacca.it)

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