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A TRISCINA SONO 170 LA CASE ABUSIVE CON ORDINE DI DEMOLIZIONE

Sono 170 le case che nella frazione balneare di Triscina, nel trapanese. Manufatti costruiti in zona con vincolo di inedificabilità assoluta, sorgono, cioè, entro i 150 metri dalla battigia e dovranno essere abbattute. “Questo numero – afferma Salvatore Caccamo, uno dei tre commissari alla guida del Comune sciolto per mafia lo scorso mese di giugno – emerge da una prima ricognizione che abbiamo effettuato nelle ultime settimane per capire, tra l’altro, se le abitazioni sono ancora occupate dai proprietari”.

“A queste 170 case se ne potrebbero aggiungere altre – prosegue – in quanto per alcune è stata presentata istanza di sanatoria, il cui procedimento in certi casi si è concluso con il rigetto, e per altre è in corso un iter giudiziario. – prosegue – Per otto fabbricati l’ordinanza di demolizione è già pronta”. “Dovranno essere i proprietari a farsi carico della demolizione. – conclude – Qualora ciò non avvenisse il Comune agirà in via sostitutiva rivalendosi poi sempre sui proprietari”.

Un tema assai delicato che torna alla ribalta dopo le determinazioni del Tribunale di Agrigento a far eseguire le ordinanze di demolizione. Attuali i casi di Palma di Montechiaro e Licata.  Anche Sciacca il tema non è affatto archiviato. La Procura, giorni fa, ha sollecitato il Comune a dare seguito ad un’ordinanza esecutiva del 2015  per un fabbricato. Demolizione che non ha avuto seguito. Ci sarebbe un numero elevato di ordinanza di demolizione, spalmate nel tempo a ritroso, ma che non hanno avuto ancora seguito. Negli uffici tecnici comunali giacciono migliaia di istanze di sanatoria. Di esse non si sa nulla, se non che giacciono negli scaffali. Gran parte delle sanatorie presentate, parrebbe, non potrebbe trarre il beneficio atteso.

 

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