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A FAVARA TALUNI POLITICI COMUNALI NON RISPETTANO LA STAMPA E IL DIRITTO D’INFORMAZIONE (video)

Ieri sera, nel civico consesso di Favara è accaduto un fatto ignobile. Un collega, Giuseppe Moscato,  subito un inusuale quanto feroce attacco da parte del vicepresidente del Consiglio comunale. Ospitiamo l’editoriale del collega Franco Pullara di SiciliaOnPress, giornale in cui scrive anche Giuseppe Moscato. La redazione del Corrieredisciacca.it condanna in modo determinato il comportamento del vicepresidente Giuseppe Nobile ed esprime solidarietà al collega Moscato.

“Buttatelo fuori” a dirlo è il vicepresidente del consiglio comunale, Giuseppe Nobile, all’indirizzo del giornalista Giuseppe Moscato, colpevole di non aver resistito alle paradossali accuse del consigliere Scalia, sulla stampa. Non il “manteniamo la calma” ma il “buttatelo fuori”.
Perché si attacca la stampa? E ancora più grave: perché la presidenza del Consiglio comunale permette di sciupare tempo e denaro pubblico in dibattiti che nulla hanno a che fare con i punti all’ordine del giorno, mirati, nel nostro caso, a dare la contropartita ai giornalisti che raccontano fatti e informano la città.
Non serve il podio, altri sono gli strumenti per affermare la propria verità, quali la smentita, il chiarimento e se non bastano ci si può rivolgere alla Magistratura presentando denuncia per diffamazione. Questi sono gli strumenti della democrazia, non gli attacchi in pubblica assise alla persona del giornalista, ma ai fatti dallo stesso raccontati attraverso strumenti non pagati dai contribuenti. Tutti abbiamo il diritto di gridare la nostra opinione ma con il nostro tempo e il nostro denaro.
Noi non abbiamo mai ricevuto una smentita, una richiesta di chiarimento e tanto meno denunce per diffamazione da parte di consiglieri comunali. Addirittura, nella pagina del nostro giornale c’è uno spazio dedicato a chi ha voglia liberamente e francamente di dire la propria opinione su tutto.
Chiude il quadro di una preoccupante situazione “la provocazione” contenuta nel punto all’ordine del giorno riguardante il gettone di presenza. A definirla una “provocazione” è lo stesso consigliere Scalia, che rivolgendosi alla segretaria comunale ne chiede conferma. La segretaria era d’accordo sulla provocazione? Chiamata in causa da Scalia non ha risposto, non ha detto nulla. Non si capisce a questo punto a chi è indirizzata la provocazione e perché si sono impegnate commissioni, dirigenti e impiegati comunali per formalizzare un punto all’ordine del giorno “provocatorio”. Siamo in Consiglio comunale o su “Scherzi a parte”?
Noi, intanto, lavoriamo per una città normale e continueremo a farlo con l’aiuto delle persone perbene che non c’è mai mancato.

Franco Pullara

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