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A BURGIO INAUGURATA LA MOSTRA CERAMICA “MASTRI ‘NALL’ARTE” (fotogallery)

Un museo è la memoria di una collettività. A Burgio, l’antica memoria della tradizione delle botteghe dei maestri ceramisti è stata non solo recuperata e custodita ma valorizzata costantemente. Il museo della ceramica dà vita all’antica maestria della lavorazione dell’argilla, e nel contempo riporta a ritroso nel tempo il visitatore che compie un viaggio all’interno dell’ex convento di Santa Maria delle Grazie, cogliendo nell’insieme il gusto dell’arte e della contemplazione religiosa.

La virtù del museo della ceramica di Burgio consiste nell’illuminata visione dell’architetto Bernardo Agrò, dirigente della Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento, di renderlo vivo, pulsante. Insomma, non un luogo stantio, fermo, immobile, ma una struttura capace di produrre e offrire suggestioni nuove nella costanza del tempo. Una vitalità alimentata e coltivata da mostre importanti, frutto anche dell’apporto di collezioni di privati.

L’aver ristrutturato l’ex convento e l’averlo offerto come tempio all’arte e alla maestria artigianale del luogo è merito di una visione lungimirante delle amministrazioni che si sono succedute, in modo particolare con l’impegno costante e senza risparmio di energie dell’ex sindaco Vito Ferrantelli.

Ieri è stata inaugura la mostra “Mastri ‘Nall’arte- Ceramiche delle antiche botteghe di Burgio”, realizzata in collaborazione con la Soprintendenza Regionale ai BB.CC.AA. di Agrigento e con il patrocinio del Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo, dell’Osservatorio per le Arti Decorative in Italia “Maria Accascina” e dell’Associazione Italiana Città della Ceramica, e con la condivisione Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis. E’ stata curata da Vito Ferrantelli, Direttore del MUCEB, con la collaborazione di Sergio Intorre, curatore scientifico del MUCEB, Università di Palermo, referente per  l’Osservatorio delle  Arti Decorative in Italia, Bernardo Agrò, Soprintendenza BB.CC di Agrigento e autore degli allestimenti museografici.

Alla giornata inaugurale ha presenziato il Soprintendente a interim Luigi Biondo e Antonino Frenda della Fondazione “Ignazio Buttitta” di Palermo.

La mostra si pone in continuità con quanto finora realizzato dal MUCEB, a cominciare dall’evento espositivo “I mai visti”, realizzato nel 2012, mutuando da quest’ultimo lo stesso intento: dare visibilità ai “tesori nascosti”. Già la mostra inaugurale del Muceb del giugno 2010 aveva dato avvio a tale processo di emersione, esponendo più di trenta opere scelte nei depositi della Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis. Un’ulteriore tappa, fondamentale in questo percorso, è stata rappresentata dalla mostra MUCEB 2.0, inaugurata nel maggio 2016 e tuttora in corso, che ha esteso il catalogo delle opere esposte, grazie ad un ulteriore prestito benevolmente concesso da Palazzo Abatellis, e dalla mostra Terra Acqua Fuoco, realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Palermo, che ha aperto gli spazi del Museo alla ceramica contemporanea. La ceramica burgitana rappresenta nel contesto culturale siciliano un’interessante finestra sull’immaginario artistico di Età Moderna, declinato con un linguaggio incline al gusto, alla bellezza e alle mode dei tempi.

Pregiato l’impegno dell’architetto Bernardo Agrò che ha curato l’allestimento e gli allestimenti fin dal 2000, anno in cui nasce una illuminata simbiosi con il Comune di Burgio, la Soprintendenza di Agrigento. Agrò non si è limitato ai primi passi, ma ha seguito tutti i progetti culturali successivi, sfruttando le varie opportunità di fondi europei.  La chiave del successo risiede nell’aver tracciato il solco di un elevato livello puntando su un progetto scientifico che ha portato Agrò a replicarsi in altre realtà. Basta citare Sambuca, ma non solo. Il  Muceb nasce con la concordanza tra istituti centrali, Palazzo Abattellis,  con le cui collezioni vive il museo di Burgio. Un connubio che consente ricambi periodici di opere d’arte artigianale. Una spinta propulsiva sono i progetti che hanno avuto nel tempo un nome differente come “I mai visti”, che ha coinvolto anche i collezionisti privati. Insomma, è la miscela ideale che ha permesso di conseguire un grandissimo risultato.

Altre iniziative si sono succedute, quali il Muceb 2.0 . Realizzare del Muceb con progetti mirati con Soprintendenza, Gallerie, Palazzo Abattellis, Comune di Burgio, progetti culturali altri, oltre la ceramica.

La formula vincente è quella della simbiosi tra emergenze culturali di questo territorio che ha la capacità di dialogare con i musei regionali. La periferia non diventa un limite, ma si esalta come valore grazie a tale simbiosi.

Filippo Cardinale

Tutte le foto sono del Corrieredisciacca.it

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