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OTTO DEPUTATI A SCIACCA, IL VERO MALATO È TUTTO IL TERRITORIO AGRIGENTINO

Il presidente della Commmissione consiliare speciale sulle Terme, Simone Di Paola, ha convocato per la tarda mattinata, gli otto deputati regionali della provincia che sono stati eletti all’Ars. I “medici” devono scambiarsi opinioni sul “malato” terme. Precisiamo subito che la vicenda attuale che riguarda le terme non necessita di alcun intervento legislativo da parte dell’Assemblea Regionale Siciliana.

Le terme hanno bisogno di completare una procedura di assemblaggio di documenti e di elaborare e pubblicare il bando per affidare a privati la gestione delle risorse.

La questione delle terme di Sciacca, invece, è il simbolo inequivocabile di un territorio intero, quello agrigentino, lasciato al degrado, alla povertà, alla mancanza di infrastrutture, ad una viabilità indecente, ad una viabilità interna impraticabile. Un territorio nel quale la qualità della vita è pessima, un territorio che risiede sempre negli ultimi posti delle classifiche economiche e sociali.

La precarietà del nostro territorio provinciale risiede nel tempo, ma è peggiorata con l’inizio degli anni novanta. Il buio è diventato sempre più pesto e non si intravedono barlumi di ottimismo. Anzi, avviene il contrario: la gente emigra sempre più, i paesi si spopolano e vi rimangono solo i vecchi. Oggi, la situazione è disastrosa, da terzo mondo.

Gli otto deputati che oggi verranno a Sciacca, parleranno delle terme. Alcuni non sanno nulla della vicenda, altri qualcosa, altri sono dentro abbastanza. Ovviamente, vi sono diversi livelli di responsabilità.

Ma la questione è un’altra. I “magnifici otto” rappresentano la politica provinciale all’interno del Parlamento siciliano. La patologia, che è come un cancro per la nostra provincia è molto più estesa.

Vorremmo tanto che gli otto deputati si incontrassero ogni giorno per discutere delle soluzioni per rimuovere la nostra provincia da uno stato di povertà economica, sociale e infrastrutturale, ad uno stato indecoroso, indegno, che possa far sperare ad un rilancio.

Su questi temi, su queste patologie, la politica ha una grossa responsabilità. E allora, per recuperare anche quel “dialogo con il territorio”, i “magnifici” otto si diano da fare con i fatti e non con le solite promesse mai mantenute.

Non posso non ricordare un magnifico episodio scritto da Leonardo Sciascia nel libro “Le Parrocchie di Regapetra”. Lo cito, perchè è la fotografia di una realtà che dura nel tempo. Cambiano i luoghi, le occasioni, ma la sostanza rimane sempre e duramente la stessa.

Una volta al circolo dei minatori venne un deputato nazionale, ascoltò i salinari, raccontavano miseria e l’onorevole chiudeva gli occhi come in preda a indicibile sofferenza, infine diede un calcio al tavolo dicendo che perdio, bisognava far qualcosa; dal tavolo cadde una lampada e andò a pezzi, l’onorevole promise grandi cose, ai minatori toccò comprare una lampada nuova….

Da anni ascoltiamo il dolore di parlamentari, nazionali e regionali, assessori dei vari governi regionali che si sono succeduti nel tempo. Ognuno di loro si indigna, rimane sconcertato dal mancato sviluppo delle terme e della recente chiusura. Promettono, si impegnano…ma poi fanno come quell’onorevole citato da Sciascia.

Ognuno che viene qui a mostrare “dolore indicibile” per la questione termale promette e nella foga rompe sempre qualcosa. Rompe la fiducia dei cittadini, rompe la speranza dei lavoratori, rompe la dignità della nostra Sciacca. Rompe lo sviluppo del nostro territorio.

E non solo le loro promesse sono parole al vento come nella citazione di Sciascia, ma ognuno di loro non paga neanche la lampada fatta cadere e rotta nella foga. E come nella citazione, sono sempre i cittadini a pagare.

Filippo Cardinale

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