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Veleni al comando di Polizia municipale. Nuovo intervento dell’Adpl

SCIACCA.  L’Associazione Diritti e Protezione Lavoratori, con sede a Milano, ritorna oggi sulla querelle ormai scoppiata con il Comune di Sciacca in merito al presunto mancato rispetto delle norme contrattuali per il personale di Polizia Municipale.

Una prima diffida è stata inoltrata al Comandante della Polizia Municipale e al Segretario Generale del Comune di Sciacca con la quale si evidenziava  una lunga sfilza di inadempienze nell’applicazione del contratto e di diritti degli agenti di Polizia Municipale.

Stamattina, l’ADPL, il cui presidente è Giovanni Aurea, ha inoltrato un’altra lettera al Comando della Polizia Municipale e al Segretario Generale. Con la lettera odierna, l’ADPL segnala “una presunta petizione organizzata dal vice Comandante”.

Nella lettera, l’ADPL denuncia che “ci è stato segnalato che il vice Comandante starebbe organizzando una petizione attraverso la quale i lavoratori dovrebbero dissociarsi dalle rivendicazioni dei diritti contrattuali segnalati da questa Associazione”.

Ma quali sono i diritti rivendicati e riconosciuti in tutta Italia? Indennità esterna, diritto al riposo settimanale,diritto a una turnazione programmata, diritto a concordare i festivi, diritto al pagamento dello straordinario sui festivi, un’adeguata previdenza complementare, diritto a contrattare le risorse finanziarie dei progetti.

“Se tale petizione fosse confermata- evidenzia ADPL- si tratterrebbe di una incomprensibile petizione attivata su iniziativa del vice Comandante e non per un libero volere dei lavoratori”. L’ADPL sollecita i destinatari della lettera a “non consentire il perpetrarsi di illeciti atteggiamenti abusivi e vessatori”.

L’ADPL, inoltre, chiede l’intervento del Segretario generale del Comune quale “responsabile della normativa della trasparenza, con l’esplicita richiesta di effettuare le opportune verifiche e in caso positivo un’immediata azione repressiva della illecita condotta”.  L’ADPL ricorda che “intimidire i lavoratori abusando del proprio ruolo gerarchico potrebbe configurare illeciti di natura penale (art.571e323cp)”.

L’Associazione sta “raccogliendo testimonianze auspicando che si tratti di una segnalazione non veritiera, tuttavia qualora dovessimo accertare tale illecito, saremo costretti a presentare un esposto all’autorità giudiziaria”.

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